Le province italiane in cui si vive meglio nel 2023

Le province italiane in cui si vive meglio nel 2023

Secondo la classifica annuale del Sole 24 Ore la più vivibile è quella di Udine, seguita da Bologna e Trento. Anche Modena e Reggio Emilia nelle prime posizioni

È la prima volta che vince la Qualità della vita, raggiungendo il primo posto nella 34ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sui territori più vivibili. La provincia di Udine entra così nella storia della classifica che misura il benessere della popolazione italiana, dopo essersi piazzata nella top ten solamente tre volte dal 1990 (prima edizione) ad oggi, precisamente nel 2016, nel 2020 e nel 2021.

Suonano più come delle conferme, invece, il secondo e il terzo posto di Bologna, vincitrice dell’edizione 2022 e sempre in testa nella categoria «Demografia, salute e società» spinta dai livelli d’istruzione elevati, e Trento, già vincitrice dell’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

Nella classifica finale del 2023, l’indicatore più positivo per Bologna è quello relativo a “Demografia, salute e società”. Bene anche le categorie “Ricchezza e consumi” (3° posto), “Affari e lavoro” (3° posto) e “Ambiente e servizi” (8° posto). Negativo invece il saldo nella categoria “Giustizia e sicurezza”: Bologna si classifica alla 101° posizione, con un balzo indietro di ben sei posizioni. 

La classifica

Nelle prime venti posizioni della classifica sulla qualità della vita del 2023 non ci sono città del Centro e del Sud Italia. La prima è Udine, poi Bologna, Trento, Aosta, Bergamo, Firenze, Modena, Milano, Monza-Brianza, Verona, Parma, Trieste, Bolzano, Pordenone, Brescia, Reggio Emilia, Como, Cremona, Padova e Treviso. Qui la classifica completa.

L’indagine

In generale, la fotografia che l’edizione odierna de Il Sole 24 Ore restituisce è quella di un paese sempre più diviso. Dal Pil pro capite ai livelli di istruzione, dall’energia all’inflazione, dai progetti del Pnrr alle farmacie, dall’obesità al gender pay gap: la maggioranza dei dati – tutti provenienti da Ministero dell’Interno e quello della Giustizia, Istat, Inps e Banca d’Italia – delle sei categorie analizzate (“Ricchezza e consumi”, “Affari e lavoro”, “Demografia e società”, “Ambiente e servizi”, “Giustizia e sicurezza”, “Cultura e tempo libero”) raccontano di una frattura sempre più profonda tra il Nord e il Sud. Non è un caso che le ultime quaranta posizioni siano una concentrazione di province del Mezzogiorno: maglia nera per Foggia (107^ posizione), poi Caltanissetta (106^) e Napoli (105^). La regione peggio classificata è la Calabria, dove la posizione più alta è raggiunta dalla provincia di Catanzaro, al 91° posto.

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